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Pietrapertosa: un luogo magico, nel quale il patto tra l’uomo e la natura ritrova la sua massima espressione

Stephen King, proprio lui. Lo scrittore di “It”, “Shining”, “Misery”? Si, lui! Vi starete sicuramente chiedendo che legame possa esistere tra il papà del pagliaccio malefico più conosciuto del globo e la nostra Regione.

Grafica-Pietrapertosa

La ricerca di citazioni letterarie su Pietrapertosa mi ha portato ad una frase presente a pagina 520 de L’Istituto, opera realizzata dall’autore di Portland per la Sperling & Kupfer nella quale Pietrapertosa era indicata come la sede italiana di una fantomatica organizzazione segreta dagli scopi oscuri. Niente di descrittivo, niente di particolare sì… ma non capita tutti i giorni di essere citati da uno dei re della letteratura mondiale.

Ma cosa spinge uno dei più prolifici autori della nostra contemporaneità a scegliere un paese di 1.000 abitanti, posto a 1.088 metri in cima alle Dolomiti lucane come sede italiana per una organizzazione segreta? Ci saranno migliaia di paesini caratteristici, ma forse non così. Non come Pietrapertosa.

Me lo sono chiesta anch’io e ci sono voluti due secondi per darmi una risposta: Pietrapertosa, le sue Dolomiti, i suoi sentieri hanno una unicità che la differenzia da tutti. La prima volta che i miei occhi hanno incontrato la perfezione delle Dolomiti lucane di Pietrapertosa e di Castelmezzano risale a circa 15 anni fa, ancora adesso ricordo il mio stupore: un panorama del genere nel cuore della Basilicata? Ho la pelle d’oca. Anche un maestro dell’horror come King avrà iniziato a tremare all’idea di essere imbracato prima del famoso Volo dell’Angelo che “lega” Pietrapertosa a Castelmezzano alla velocità di 120 chilometri all’ora, su due linee differenti il cui dislivello è rispettivamente di 131 e 161 metri. La prima, detta di San Martino parte da Pietrapertosa, quota di partenza 1.020 metri e arriva a Castelmezzano, quota di arrivo 859 metri, dopo un percorso di 1.378 metri. La seconda linea con lancio da Castelmezzano, quota di partenza 1.019 metri e arrivo a Pietrapertosa a quota 888 metri toccando i 120 chilometri all’ora percorrendo una distanza di 1.452 metri. 

Riesco anche ad immaginare il suono della sua voce riecheggiare tra le rocce: «Get me a plane! I’m getting goosebumps!» «Guardate! Ho la pelle d’oca». Voi non lo sentite? Sapessi, che incubi che ci hai fatto venire tu caro Stephen con i personaggi che la tua penna ha creato… Quella del Volo dell’Angelo invece è adrenalina pura che si perde nella bellezza, lo dicono anche Rossana e Manuel della Pro Loco di Pietrapertosa. Il Volo è uno dei grandi attrattori presenti nella nostra Regione, che permette ai visitatori grazie ad un’apposita imbracatura, agganciati in tutta sicurezza ad un cavo d’acciaio, di godere dell’unicità del patrimonio ambientale lucano ad alta velocità.

Il Volo dell'Angelo in Basilicata

Il Castello di Pietrapertosa

Grazie a Manuel e a Rossana, che mi hanno aiutato a raggiungere la seconda destinazione del nostro #ioviaggiolucano, ho scoperto alcune meraviglie nascoste nel territorio di questa perla delle Dolomiti, una su tutte il Castello.

Il Castello di Pietrapertosa si trova nella parte più alta del paese arroccato sulle sommità delle Dolomiti Lucane. Sin dagli inizi del primo decennio del XI secolo viene attestata la presenza di antiche strutture fortificate a Pietrapertosa grazie ad un documento con il quale nel 1001 o 1002 il protospatario Gregorio Tarchaneiotes, Catapano d’Italia, ridetermina i confini tra Acerenza e Tricarico dopo aver eliminato da Pietrapertosa un gruppo di Saraceni e Cristiani convertiti all’Islam, capeggiati da Loukas.
Il Castello, è attestato nel Catalogus Baronum della seconda metà del XII secolo, negli ordini della cancelleria angioina dell’anno 1278, relativi alla manutenzione dei castelli demaniali. Gli anni hanno mutato la funzionalità del Castello stesso sino all’abbandono della struttura. Nel XIX secolo vari crolli portarono alla demolizione parziale di alcune strutture nel primo dopoguerra. 

Le piccole vie del paese antico di Pietrapertosa si articolavano fino alla risalita in direzione del castello, dove le rondini avevano nidificato e da lì andavano in picchiata perdendosi nella valle, dicono Manuel e Rossana.

Il Castello può essere raggiunto mediante una ripida gradinata alla quale si accede subito dopo la Chiesa di San Cataldo. Già dalla strada di accesso al paese si percepisce la presenza del torrione circolare, percorrendo la scalinata si osserva la parete diroccata che congiunge la roccia al torrione. Sulla parete si evincono due aperture e i resti di quello che doveva essere il portale d’ingresso alla fortino. Una volta entrati si presenta un ambiente rettangolare scoperto, attualmente quasi del tutto riempito di detriti, dove, sulla destra, si notano resti di archi. Sulla sinistra, si accede ad un piccolo ambulacro anulare, ricoperto da una volta a botte che immette in un torrione aperto, sulle pareti del quale si ritrovano le imposte dei gradini a sbalzo che portavano alla vedetta. Una volta giunti in questo ambiente si passa al torrione esterno, coperto da una volta a botte. Da qui la vista si perde, di fronte la natura sconfinata, la valle, i colori verdi dei campi, le antiche mura, le dolomiti che come una stoffa di seta si insinuano tra le tante case del borgo.

Un luogo magico, nel quale il patto tra l’uomo e la natura ritrova la sua massima espressione.

E gli uomini si sposano felici con la roccia, strisciano nelle gole, come lepri, scalando mille cresti, come falchi”

EMILIO GALLICCHIO

Un legame di reciproca convivenza, un rispetto e una cura del particolare che rendono Pietrapertosa uno scrigno prezioso, immutato, custode di storia e tradizione.

Stradette scalpellate tra le vette, sospese sugli abissi

e piazze troppo strette

pel gioco rumoroso dei bambini,

che come aquilotti,

scavalcano dorate dolomiti,

nell’azzurrino tenue

del mattino

 

I massi han strani nomi di leggenda:

l’incudine si regge

miracolosamente sulla valle,

la “Bocca del Leone”

è tutta spalancata,

sulle basse casette sbigottite,

nascoste tra le guglie

biancheggianti.

 

E gli uomini si sposano felici

con la nodosa roccia,

strisciano nelle gole , come lepri,

scalando mille creste come falchi:

spaventoso scenario

d’infernali dirupi nereggianti

e guglie vellutate

di turchino.

 

Così “Aerea Pietrapertosa”

su, nell’alto, m’appare ,

mentre risplende nel tramonto d’oro

con mille ragnatele di granito,

tra le infuocate luci,

che tutta ti accendono,

sullo sfondo d’un cielo, ch’è infinito.

Emilio Gallicchio

Grazie a Rossana e Manuel e a tutta la Pro Loco Di Pietrapertosa per avermi guidata in questo viaggio.

Per ulteriori informazioni visitate il loro sito: http://www.prolocopietrapertosa.it/

Panoramica di Pietrapertosa

Antonella D’Andria

Lucana. Laureata magistrale in Lingue e letterature straniere, ho una passione incontrollabile per lo spagnolo in tutte le sue forme artistiche, culturali e gastronomiche. Lui apprezza e contraccambia. Dal 2014 mi occupo della comunicazione digitale della Pro Loco di Acerenza e da qualche anno collaboro con una importante azienda lucana. Ho conseguito un master in Editoria e comunicazione, percorso che mi ha permesso di conoscere dei giovani brillanti che sono diventati i miei compagni di avventura in #ioviaggiolucano. Scrivo per il Mattino di Puglia e Basilicata, luogo virtuale che mi concede di fare ciò che amo di più: raccontare il mio territorio. Antonio è il mio paziente fidanzato.