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Corleto Perticara: se il Risorgimento parte dal cuore della Basilicata

Immerso nel verde dell’appenino lucano sorge Corleto Perticara, un comune che ha rappresentato in passato il cuore nevralgico del Risorgimento lucano e che oggi non smette di stupire grazie al suo patrimonio storico-artistico e non solo.

Grafica del borgo di Corleto Perticara

Un luogo adatto agli amanti della natura, dell’arte e della storia

Foto dall'alto di Corleto Perticara

Per gli amanti della natura e della vita all’aria aperta, Corleto offre un paesaggio pittoresco, un bosco fitto di querce e faggi ultracentenari, la “pietra iaccata”. Il valore aggiunto dell’area è dato, inoltre, da un percorso pedonale con sentieri battuti e scalette di legno e da una sorgente che sgorga tra gli anfratti delle rocce e il fiumiciattolo che si snoda fra la folta vegetazione. Numerosi, poi, anche i luoghi di culto costruiti nel tempo dai Corletani, alcuni dei quali distrutti, altri ancora esistenti. Testimonianza della fede della popolazione e di un patrimonio artistico-culturale inestimabile. Tra questi: la chiesetta di S. Maria Bambina (S. Domenica), la più antica del paese; quella di S. Giuseppe; la piccola cappella di S. Antonio nel rione “Paschiere”; la chiesa della Vergine Annunziata; quella della Madonna della Montagna, a pochi chilometri dall’abitato alle pendici del Monte Auro; la cappella di S. Giovanni Battista; quella parrocchiale di S. Antonio di Padova, e, infine, la Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta a proposito della quale si legge:

“Ogni Corletano porta scolpita nel cuore l’immagine di questa chiesa, e il viandante, prima di continuare il suo viaggio, non può non fare una sosta per ammirare i tesori in essa custoditi e per conoscere la sua antichissima storia”.

Credevo di conoscere questo paese perché ci sono stata più volte… eppure ho scoperto, purtroppo, di sapere ben poco. E voi quanto pensate di conoscere il nostro territorio, quanto sapete della storia di Corleto?

Scoprite di più insieme a noi di IoViaggioLucano e alla Pro Loco Corletana.

Foto di Corleto Perticara

Nell’agosto del 1860 ebbe inizio l’insurrezione lucana. Il 16 agosto nella cittadina alle cinque del pomeriggio, Giacinto Albini, patriota e politico, definito da Crispi il “Mazzini lucano”, e i suoi uomini proclamarono ufficialmente l’Unità d’Italia, annettendosi  al Regno di Sardegna e rinnegando i Borboni. Ci fu una cerimonia in quei giorni in cui furono deposti gli stemmi e le insegne borboniche, sostituite dalle immagini di Vittorio Emanuele II, Re d’Italia e dalle bandiere del Regno Sabaudo.

Il tricolore nazionale con lo stemma araldico del paese, cucito a mano per l’occasione dalle donne di Corleto, uscì da un angusto portico situato nelle vicinanze della piazza, che oggi è definito, non a caso, “Della Bandiera”.

Il legame tra Corleto e il Risorgimento, il periodo più “rivoluzionario” per il nostro Paese, tuttavia, non si esaurisce qui.

Di chi si parla quando si usa l’espressione “l’eroe dei due mondi”? Di Giuseppe Garibaldi. Sarete sicuramente curiosi di sapere quale fosse il rapporto tra uno dei personaggi più conosciuti della storia italiana e un paese situato nella provincia di Potenza. Pochi sono a conoscenza del fatto che Garibaldi fu eletto per ben nove volte deputato in Italia e una volta in Francia. Il suo temperamento, noto grazie ai libri di storia, non gli impedì di occupare un posto in Parlamento dove non smentì la sua indole e i suoi ideali. Nel 1864 fu, infatti, deputato a Corleto, pur rimanendo un personaggio fuori dagli schemi tradizionali: sempre pronto alle dimissioni, insofferente ai tempi della vita parlamentare, sostenitore del legame tra politica e giustizia sociale e dell’ampliamento del diritto di voto.

Il Lucano

Il Lucano, di cui si conservano due copie originali a Corleto, rappresenta un vero e proprio cimelio per la Basilicata e non solo, poiché ci riconsegna nelle sue pagine di fatti la “Basilicata patriottica” e il suo apporto alla causa risorgimentale prima, ed unitaria, poi.  Al suo interno sono custodite le tracce della storia di personaggi che hanno cambiato il destino della nostra regione e dell’Italia, tra cui Giacinto Albini,i fratelli Pietro e Michele Lacava, il primo, ministro e vicepresidente della Camera e il secondo importante medico, archeologo e saggista a cui si devono, tra l’altro, gli scavi di Metaponto e Giacomo Racioppi, storico della rivoluzione lucana e dei Moti di Basilicata.

Proprio a Michele Lacava è intitolato il museo comunale di Corleto Perticara, istituito nel 2004, in cui è custodita in parte la  storia lucana riconducibile al Risorgimento e all’epoca post-unitaria. Qui è possibile ritrovare alcune copie dei giornali di quel tempo, uno su tutti, Il Lucano del 1860.

Un ringraziamento alla Pro Loco Corletana per il prezioso materiale grazie al quale abbiamo imparato un po’ di più della storia di Corleto e della Basilicata tutta.

“Narrasi che ai tempi degli Angioini avesse Corleto una

forte rocca, ove si rifugiassero gli insorti a favor di Corradino,

e a loro scampo, dopo la pietosa sua fine: ma al

sopraggiungere dell’esercito di Carlo D’Angiò, què del luogo

ignominiosamente mettessero le mani addosso a centosei di

què rifugiati, e inermi li recassero a’ nemici i quali

n’appiccarono cento e tre: li tre superstiti, ch’erano dè più

notabili, furono inviati a Melfi e colà precipitati dall’alto di

una torre: Giannone ed ogni altro storico di quell’età. Il

tremuoto del 57 ruinò in Corleto più edifici, e tolse dodici

viventi.

Fu nel 1860 il centro di della egregia rivolta che la

regione,

anco innanzi sbarcasse nel continente il Garibaldi,

compiè e sola contro gli sgherri del Borbone,

siccome è narrato dal Racioppi nella Istoria dè moti

di Basilicata e delle provincie contermini nel 1860,

altrove citata e ch’è a giudizio nostro uno dè più

eleganti e dè più profondi libri che sieno venuti in

luce in questi tempi”

E. Pani Rossi, in “La Basilicata”, 1972

Foto di Corleto Perticara
Mariapina Potenza

Mariapina Potenza

Mariapina, 26enne cresciuta nella città passata dall’essere vergogna d’Italia all’essere un fiore all’occhiello per l’Europa. Ho studiato Scienze politiche e Comunicazione, unendo le mie più grandi passioni e i miei interessi sin da ragazzina: capire il mondo ed esprimermi attraverso le parole. Datemi una penna e un quaderno o una tastiera e sarò felice. Chi mi conosce sa che porto le mie radici lucane ovunque. L’aver vissuto in posti diversi (Pisa prima, Torino poi) ha allargato i miei orizzonti da un lato e dall’altro lato mi ha fatto innamorare ancora di più della mia Matera e della mia Basilicata. Oggi vorrei raccontare e scoprire la Lucania insieme ai miei compagni d’avventura.